E’ un racconto surreale oltre che di denuncia e di schifo.
Mi riferisco alla pandemia. Ho come la sensazione che ci sia più casino ora che un anno fa.
Di certo c’è più incapacità di gestione ora che un anno fa.
La storia
Un giorno X ho avuto il contatto con una persona che dopo una settimana è risultata positiva.
Mi metto subito in quarantena preventiva. E fin qui tutto ok. Ma da qui inizia una trafila che ha dell’incredibile. Neanche un regista fantascientifico può arrivare a tanto.
Ma veniamo ai fatti.
L’ASL di appartenenza del contatto positivo deve avvisare la mia ASL. Due mesi fa ho vissuto un caos analogo, ma allora la comunicazione è arrivata in gran ritardo. La mia ASL ha preteso la mia quarantena e con prenotazione a voce di tampone da fare 3 giorni dopo. La prenotazione a voce non è stata registrata per cui il giorno stabilito mi hanno fatto il tampone per “concessione”. Mai avuto la lettera ASL per la mia libertà.
Proprio a causa del precedente, il giorno dopo la quarantena preventiva cerco di far arrivare la comunicazione per evitare di ritrovarmi ancora una volta senza giustificazione lavorativa e per evitare di essere richiamata in quarantena dopo i 15 giorni. E’ l’inizio della fine.
Cerco di fare ordine
La comunicazione è arrivata dopo sollecitazione all’ASL di appartenenza della persona positiva. Tampone prenotato per il giovedì successivo a quella telefonata. Esito positivo arrivato il venerdì sera.
Un’amica che lavora presso un laboratorio accreditato mi consiglia di fare un tampone presso un centro privato, le sono capitati “alcuni” falsi positivi. Cosa confermata da un’altra amica che lavora in ambito sanitario in un’altra zona. Faccio quindi il tampone in uno dei centri accreditati, e lo faccio fare anche a chi vive con me per ovvi motivi. Risultato negativo.
Il centro è accreditato sulla piattaforma regionale quindi l’esito è registrato proprio come quello ASL. A distanza di 48 ore un tampone positivo e uno negativo significano una sola cosa: uno dei due risultati è sbagliato. Avendo scelto uno dei centri più affidabili del territorio tendo a credere nell’esito del centro privato accreditato. Ma so che quando c’è un risultato incerto, il dubbio viene tolto facendo un terzo tampone. Il sabato ricevo la telefonata dell’ASL per il tracciamento. Mi dicono che il secondo tampone non è stato ancora caricato sulla piattaforma e quindi non si può prendere in considerazione. Forse lunedì se ne parla, ma intanto va tracciato chi vive con me, con tanto di tampone prenotato 10 giorni dopo a partire da quel momento.
Domenica ricevo un’altra telefonata ASL per il tracciamento. Pare che del tracciamento del giorno prima non ci sia nessuna traccia. Nessuna traccia cartacea e nemmeno del tampone prenotato. A quanto pare ho parlato con un fantasma.
Faccio presente che non mi trovo con i 10 giorni che dovrebbero partire dal prelievo, e così capisco che per loro il tampone è stato fatto il venerdì, e la risposta mi è stata consegnata in giornata. Non è vero. Dal momento della prenotazione all’accettazione del campione in laboratorio passano 24 ore che all’ufficio ASL non risultano. Va beh ormai un giorno in più o in meno … Ma quando faccio notare che ho anche l’esito di un ulteriore tampone fatto (a questo punto) 24 ore dopo il loro, e con esito contrastante mi viene risposto che loro non ci possono fare niente e che devo attendere altri 10 giorni. Chiedo e spero che questa volta sia stato veramente prenotato. Mi sembra di essere su scherzi a parte. Forse ci sarebbe pure da ridere. Ma mi viene da piangere!
Mi dispiace per i problemi a lavoro, e per il caos che ne è scaturito. Caos che ha reso il mio telefono incandescente di telefonate e messaggi che si dicono dispiaciuti per la mia (presunta) positività con conseguente aggiunta di stress.
Non è che stare a casa mi dispiaccia, ma finché lo scelgo va bene, però essere costretta a non mettere il naso fuori dalla porta per 2 settimane e forse più e pure inutilmente, un po’ lo ammetto, mi rode il fegato.
Dal momento in cui ho “sollevato” il caso con amici e parenti mi arrivano costantemente risposte del tipo “non sei la prima”, “E’ capitato anche a tizio”, “Non sai cosa è successo a Caio” … con una rassegnazione e accettazione che forse mi fa ancora più rabbia.
E mi restano tante domande senza risposta.
Ma perché un centro accreditato può caricare in piattaforma regionale l’esito di un tampone, che l’ASL (almeno nel mio caso) non prende in considerazione?
Se alla mia amica (di un altro centro) viene chiesto di fare con urgenza tamponi e caricarli in piattaforma così che possano entrare/uscire dalla quarantena proprio grazie al suo inserimento, perché questa cosa non vale nel mio caso?
Perché stringere le spalle e dire: “non sei la prima” come se mi stessero dicendo: mi dispiace il pane è finito torna domani. E poi solo io vedo la gravità di tamponi contrastanti che non sono indagati o sono registrati 24 ore dopo il prelievo? E aggiungo che solo oggi mi sono stati raccontati 3 casi simili diversi da persone diverse.
Voci di corridoio dicono che diranno sempre che il secondo tampone non lo “possono” prendere in considerazione per non ammettere che qualcosa non va, proprio perché non sono l’unico caso.
A questo punto già immagino che il giorno del prossimo tampone sarà un inferno. Mi fiderò del risultato? Positivo o negativo che sia. Sarà realmente affidabile? penso a questo punto che subito dopo quello ASL andrò direttamente a farne un altro al centro privato accreditato. E se i risultati saranno di nuovo opposti?
Beh penso che in quel caso questo post si allungherà e soprattutto troverà anche altra collocazione oltre questo blog.