22 dicembre 2016 – 22 dicembre 2023

7 anni che sei andato via

7 anni che vorrei raccontarti tante cose e non posso

Oggi la tristezza e la mancanza si sentono di più. Ma voglio ricordarti così. Ironico e con tutta la tua voglia di rendere la tua permanenza su questa terra allegra. Senza mai perdere il tuo senso della correttezza.

Mi hai insegnato tanto e mi piacerebbe sapere tu cosa pensi. Mi accontento di incrociare il tuo sguardo quando vieni a trovarmi nei sogni.

💘

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Scappa

Ci sono persone che hanno bisogno di conferme, e che sono così frustrate che si sentono in diritto di usare gli altri per avere soddisfazioni. Ci sono persone così poco soddisfatte di sé che si sentono in diritto di provare a distruggere gli altri perché solo così si sentono grandi. Ci sono persone che hanno bisogno di conferme e si sentono in diritto di prendersi la vita di altri per sentirsi gratificati e importanti.

Ci sono persone che ti conoscono così bene che ti fanno fare qualunque cosa vogliano e ti sembrerà di aver scelto. Ti faranno credere che sei tu a scegliere liberamente e se non ci riescono con la gentilezza lo faranno con la violenza. Solo per il gusto di tenerti legato a loro. Per vanità, per possesso o anche per vendetta. Ci sono persone che ti vogliono solo perché non hai il diritto di ricominciare se non lo decidono loro. E ti tengono legato con il ricatto morale e con il “ricordati cosa ho fatto per te”, come se quello fosse sufficiente a ricoprire tutto quello che non è stato fatto.

Ci sono persone che pur di vendicarsi di un torto o presunto tale, hanno il solo obiettivo di distruggere e saranno capaci di qualunque cosa, anche distruggere tutti quelli che proveranno a mettersi in mezzo. E sono quelle da cui non ti aspetteresti mai una cosa del genere, quelle per cui metteresti la mano sul fuoco. Sono quelle che ti sono state vicino nei momenti difficili e che mai penseresti sono capaci di fare male, proprio per quello che hanno fatto. Sono quelle che ti portano all’inferno e quando saranno sicure che tutto è perduto ti lasciano solo. E sei incredulo di fronte a quello che vedi perché non ne trovi spiegazioni, non puoi dubitare della loro onestà, ti senti in colpa per aver pensato male e sui sensi di colpa si muoveranno per far leva sulle debolezze.

E tutto sembra accanirsi anche quando non c’è accanimento. E per il senso di colpa faresti qualunque cosa soprattutto perdere di vista te stesso e la realtà e non vedere, non voler vedere.

Ci sono e sono tanti, sono tutti quelli che usano un potere che sia legale o acquisito, qualcuno lo fa spudoratamente sena vergogna e con violenza, qualche altro lo fa con astuzia, malizia e con vittimismo. Scappa al più presto. Scappa prima che sia troppo tardi. Scappa prima di trovarti solo e perdere tutto. Scappa anche quando vai contro le convenzioni sociali e le scelte appropriate. Scappa e se non puoi scappare parla perché solo così si può in qualche modo salvare il salvabile.

Scappa dai narcisisti e manipolatori che ti portano al fondo e ti lasciano impotenti e incapaci di reagire, annientano il tuo io.

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Auguri ❣️

Dicono che non si va veramente via finché si vive nei ricordi di chi resta. Dicono e forse è vero.

Ma è un restare diverso dove la mancanza si sente tutta e dove si sente soprattutto la mancanza di uno sguardo o di una carezza o di un abbraccio.

Oggi è il tuo compleanno ma non verrò a casa a farti gli auguri. Non ci sei. E ricordo l’ultimo tuo compleanno con noi. Parlavi tanto, ma come facevi in quel periodo, erano parole senza senso o semplicemente suoni che non corrispondeva o a nulla di sensato. Eppure anche così riuscivi a comunicare. Soprattutto il piacere di averci intorno o anche l’affetto. Con uno sguardo con una carezza. Nonostante la malattia che ti ha portato via dai tuoi ricordi e dalla tua vita “normale” sapevi come essere affettuoso.

Non era in quella ricorrenza, ma ricordo quando vedevi le mie foto da bambina e mi riconoscevi come la “tua bimba’ e mi dicevi con rammarico che “non ti viene mai a trovare ” e lo sguardo innamorato quando vedevi le foto di Carmen neonata e la riconoscevi come l’altra tua bimba.

Ricordo tante cose sia dei momenti in cui stavo bene che di quando stavi male. E alcune volte mi scappa un sorriso, altre una lacrima. E ancora adesso a distanza di oltre 6 anni ci sono momenti in cui di istinto ti chiamerei ma poi penso che non ci sei più.

Mi manchi. Mi manca la tua presenza indipendentemente dalle parole. Mi manca il tuo sapermi invogliare e farmi sentire importante anche quando ti arrabbiavi perché mi lasciavo andare alla frustrazione e alla tristezza.

Mi manchi perché sapevi come fronteggiare i tuoi demoni e in qualche modo mi davi gli strumenti per affrontare i miei. Mi manchi perché nonostante tutto sapevo accettarmi e volermi bene senza volermi cambiare e senza impormi di essere chi non sono. Mi manchi perché mi conoscevi così bene che ora che mi manchi avresti saputo cosa dirmi per non farmi sentire così svuotata e demoralizzata.

Mi manchi

Buon 75 esimo compleanno. Ti voglio bene ❤️

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Non ci credo

Non credo alle belle parole. Non credo più a niente. E non mi fido più neanche del mio istinto. Troppe volte ha volutamente ignorato quello che sapeva perfettamente.

Non ci credo più a chi mi dice che sono speciale perché diversa da tutte le persone incontrate prima. Perché prima o poi hanno cercato di uniformarmi proprio a chi criticavano.

Non ci credo a chi mi dice che sono strana perché non credo di esserlo. O forse si sono strana perché non ho mai …. E qualche volta sempre…. Ma senza alibi

Non credo più alle parole se non sono seguite da azioni. Ma forse non credo più neanche ai gesti se a intermittenza.

Sono delusa da tante belle parole che non hanno mai avuto seguito in niente. Belle parole e progetti che non sono mai andati a fine. E sono stanca di chi mi chiede di aspettare non si sa cosa sulla fiducia data e ingannata.

Non mi piacciono i compromessi. Non li ho mai accettati. Non li ho accettati nel lavoro quando significava dover dimostrare il più forte e non per meriti. Non li ho accettati nelle amicizie quando c’era sempre un si però… Non ho intenzione di iniziare adesso.

È buffo che proprio pochi giorni fa da un passato lontano è ritornato qualcuno per dirmi quanti rimpianti perché non ha capito in tempo che…. Ed è buffo perché non è la prima volta che succede e ogni volta penso che alla fine sentirsi dire “hai ragione” a distanza di anni, non da’ alcuna soddisfazione. Ed è irritante pensare quanto siamo stupidi da rimpiangere sempre dopo qualcosa che si è messo da parte per scelta. Volontariamente. Per comodità, per paura e poi tentare di vedere se si può tornare indietro. Io sono cambiata anche in seguito a quelle delusioni. Mancherei di rispetto a me e io con me ci devo convivere. E poi non riesco proprio ad avere stima nei confronti di chi non ha il coraggio di difendere le proprie scelte nascondendosi dietro a tante scuse.

Ho aspettato come sempre, aspetto di vedere e di capire. In fondo anche il modo con cui si affrontano le difficoltà dice molto. Di me e non solo. E questa volta penso di aver atteso, spiegato, visto e guardato, parlato anche di più di quanto mi sarei concessa prima. Ma per quanto mi costi tanta fatica non posso fare altro che mettere distanze da chi non ascolta neanche se stesso. Da chi non ha priorità se non le sue. Da chi finge di non sapere per poter essere come lo struzzo. Da chi sceglie chi far male. Da chi è sordo da ogni avvertimento e fa male sapendo di farlo. Perché in fondo, la colpa è mia, che ogni volta ho perdonato perdendo ogni volta un po’ della mia dignità e del rispetto per me stessa. È inutile insistere a spiegare se chi sente non ha voglia di ascoltare. Non ha proprio senso credere in tante belle parole se poi ci si perde in una bugia.

In fondo anche ignorare una richiesta di aiuto (perché smetterla di fare deliberatamente male è una richiesta di aiuto) o non voler dare una risposta dice molto. O forse tutto. Una non risposta è una risposta che dice molto di più di quello che si crede. Dice molto anche su chi la offre.

Io inizio ora

E sono convinta che una parte di come ti presenti sia vera ed è quella a cui voglio credere. Ma non coincide sempre con quella che hai riservato a me. Non pensavo che dirmi che sono strana significava riservarmi il peggio.

E la cosa che mi impone di allontanarmi è il rispetto per me e per chi sono e per chi mi ha insegnato ad essere me e chi sono. E perché non mi voglio odiare e non voglio odiare solo perché si sceglie ciò che è facile.

Avrei voluto sbagliare ogni tanto.

No. Non sono strana.

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Sei anni

Sono passati 6 anni da quando sei andato via.

Il tuo ultimo giorno è stato tremendo. Tutti volevamo fare qualcosa per alleggerire la tua sofferenza ma non potevamo.

Abbiamo passato insieme la tua ultima notte. Eri sereno. E mi sono rasserenata anche io. Ma poi la mattina dopo mi hai sorriso e ti sei riaddormentato un ultima volta.

È stato detto che non sei andato realmente via perché hai lasciato un po’ di te in ognuno di noi. Mi hai lasciato tanto in particolare Carmen che ti somiglia tantissimo ed è un po’ come non averti perso mai. Peccato che non sa quanto ti somiglia. Stesso carattere, stessa determinazione, stesse fragilità.

Dicono che con il tempo ci si abitua alle assenze. Ma io non ci riesco, con il tempo passa solo il tempo e nulla più.

Mi manchi.

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Buona Pasqua

A futura memoria e come augurio per chi passa volontariamente e involontariamente in questa mia casa

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Un anno

Un anno. È già passato un anno. Eppure sembra ieri quella telefonata e l’incredulità di quello mi veniva detto. Perché? Cosa era successo? Perché nonostante tutto per 3 mesi nessuno ha detto “…. Non sta bene… ” E poi la solita risposta. Non avrebbe voluto.

Totale rispetto delle tue scelte. Anche se non rendono facile l’accettazione. E non solo in me. ne ho avuto la conferma da chi ha scoperto per sbaglio che te ne eri andato e ha chiesto, cercato risposte. Hai lasciato una parte di te a tutti quelli che hai incontro, hai lasciato la parte di te che più ti rappresenta: l’enigma. La tua sparizione dalla loro vita senza spiegazione, il ritorno a mettere a posto qualcosa mantenendo l’alone di mistero, che poi hai messo a posto per te e non per l’altro/a.

Perché tu hai messo a posto tutto quello che pensavi di dover sistemare, ma lo hai fatto a modo tuo.

E sono qui a pensarci e ci penso spesso anche perché mi sento in parte anche io di dover mettere a posto qualcosa con te. Ti ho promesso in sogno che avrei fatto qualcosa, e anche se non ricordo cosa, so che lo farò.

E oggi sono convinta un po’ di più di questa promessa che faccio a te e anche un po’ a me.

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Hey

Oggi si dice che sia la tua festa. Oggi sorrideresti perché non ci hai mai creduto. Ti ho sempre chiamato per nome. Quando ci siamo conosciuti erano gli anni della tua personale rivolta ma non per questo sei stato meno padre o meno presente.

Ti penso spesso ma in questi giorni un po’ di più e non perché oggi sarebbe la tua festa. Alcuni eventi recenti della mia vita mi hanno riportato a te. Pensavo a come hai affrontato tu la tua vita. Con coraggio e un po’ di incoscienza. Come hai messo a tacere il tuo animo tormentato bilanciando tra i tuoi desideri e le tue necessità e le mie. E penso che lo hai fatto bene. Io non ho niente da recriminarti. Hai fatto scelte coraggiose, anche controtendenza. Le hai difese con orgoglio, coerenza, onesta e sincerità e anche con quel pizzico di ironia e ti sarò sempre grata per l’insegnamento e l’esempio che mi hai dato.

Vorrei poter entrare nel tuo studio sedermi di fronte a te e parlare di cose importanti e di nulla insieme. Vorrei sentire la tua voce. Ma mi accontento di incontrarti nei miei sogni quando hai voglia di venirmi a trovare o di guardare le nostre foto e i nostri ricordi.

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Un flash

Entro a scuola e vedo il preside nella sia stanza dietro la sua scrivania e mi torna un ricordo.

Quando venivo a trovarti a lavoro e tu eri lì dietro la tua scrivania.

Alcune volte mi sembra così strano che non posso più fare quello che facevo prima. Sono passati 5 anni eppure ci sono momenti in cui faccio fatica a pensarci

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Regna il caos. Regna solo questo.

E’ un racconto surreale oltre che di denuncia e di schifo.

Mi riferisco alla pandemia. Ho come la sensazione che ci sia più casino ora che un anno fa.

Di certo c’è più incapacità di gestione ora che un anno fa.

La storia

Un giorno X ho avuto il contatto con una persona che dopo una settimana è risultata positiva.

Mi metto subito in quarantena preventiva. E fin qui tutto ok. Ma da qui inizia una trafila che ha dell’incredibile. Neanche un regista fantascientifico può arrivare a tanto.

Ma veniamo ai fatti.

L’ASL di appartenenza del contatto positivo deve avvisare la mia ASL. Due mesi fa ho vissuto un caos analogo, ma allora la comunicazione è arrivata in gran ritardo. La mia ASL ha preteso la mia quarantena e con prenotazione a voce di tampone da fare 3 giorni dopo. La prenotazione a voce non è stata registrata per cui il giorno stabilito mi hanno fatto il tampone per “concessione”. Mai avuto la lettera ASL per la mia libertà.

Proprio a causa del precedente, il giorno dopo la quarantena preventiva cerco di far arrivare la comunicazione per evitare di ritrovarmi ancora una volta senza giustificazione lavorativa e per evitare di essere richiamata in quarantena dopo i 15 giorni. E’ l’inizio della fine.

Cerco di fare ordine

La comunicazione è arrivata dopo sollecitazione all’ASL di appartenenza della persona positiva. Tampone prenotato per il giovedì successivo a quella telefonata. Esito positivo arrivato il venerdì sera.

Un’amica che lavora presso un laboratorio accreditato mi consiglia di fare un tampone presso un centro privato, le sono capitati “alcuni” falsi positivi. Cosa confermata da un’altra amica che lavora in ambito sanitario in un’altra zona. Faccio quindi il tampone in uno dei centri accreditati, e lo faccio fare anche a chi vive con me per ovvi motivi. Risultato negativo.

Il centro è accreditato sulla piattaforma regionale quindi l’esito è registrato proprio come quello ASL. A distanza di 48 ore un tampone positivo e uno negativo significano una sola cosa: uno dei due risultati è sbagliato. Avendo scelto uno dei centri più affidabili del territorio tendo a credere nell’esito del centro privato accreditato. Ma so che quando c’è un risultato incerto, il dubbio viene tolto facendo un terzo tampone. Il sabato ricevo la telefonata dell’ASL per il tracciamento. Mi dicono che il secondo tampone non è stato ancora caricato sulla piattaforma e quindi non si può prendere in considerazione. Forse lunedì se ne parla, ma intanto va tracciato chi vive con me, con tanto di tampone prenotato 10 giorni dopo a partire da quel momento.

Domenica ricevo un’altra telefonata ASL per il tracciamento. Pare che del tracciamento del giorno prima non ci sia nessuna traccia. Nessuna traccia cartacea e nemmeno del tampone prenotato. A quanto pare ho parlato con un fantasma.

Faccio presente che non mi trovo con i 10 giorni che dovrebbero partire dal prelievo, e così capisco che per loro il tampone è stato fatto il venerdì, e la risposta mi è stata consegnata in giornata. Non è vero. Dal momento della prenotazione all’accettazione del campione in laboratorio passano 24 ore che all’ufficio ASL non risultano. Va beh ormai un giorno in più o in meno … Ma quando faccio notare che ho anche l’esito di un ulteriore tampone fatto (a questo punto) 24 ore dopo il loro, e con esito contrastante mi viene risposto che loro non ci possono fare niente e che devo attendere altri 10 giorni. Chiedo e spero che questa volta sia stato veramente prenotato. Mi sembra di essere su scherzi a parte. Forse ci sarebbe pure da ridere. Ma mi viene da piangere!

Mi dispiace per i problemi a lavoro, e per il caos che ne è scaturito. Caos che ha reso il mio telefono incandescente di telefonate e messaggi che si dicono dispiaciuti per la mia (presunta) positività con conseguente aggiunta di stress.

Non è che stare a casa mi dispiaccia, ma finché lo scelgo va bene, però essere costretta a non mettere il naso fuori dalla porta per 2 settimane e forse più e pure inutilmente, un po’ lo ammetto, mi rode il fegato.

Dal momento in cui ho “sollevato” il caso con amici e parenti mi arrivano costantemente risposte del tipo “non sei la prima”, “E’ capitato anche a tizio”, “Non sai cosa è successo a Caio” … con una rassegnazione e accettazione che forse mi fa ancora più rabbia.

E mi restano tante domande senza risposta.

Ma perché un centro accreditato può caricare in piattaforma regionale l’esito di un tampone, che l’ASL (almeno nel mio caso) non prende in considerazione?

Se alla mia amica (di un altro centro) viene chiesto di fare con urgenza tamponi e caricarli in piattaforma così che possano entrare/uscire dalla quarantena proprio grazie al suo inserimento, perché questa cosa non vale nel mio caso?

Perché stringere le spalle e dire: “non sei la prima” come se mi stessero dicendo: mi dispiace il pane è finito torna domani. E poi solo io vedo la gravità di tamponi contrastanti che non sono indagati o sono registrati 24 ore dopo il prelievo? E aggiungo che solo oggi mi sono stati raccontati 3 casi simili diversi da persone diverse.

Voci di corridoio dicono che diranno sempre che il secondo tampone non lo “possono” prendere in considerazione per non ammettere che qualcosa non va, proprio perché non sono l’unico caso.

A questo punto già immagino che il giorno del prossimo tampone sarà un inferno. Mi fiderò del risultato? Positivo o negativo che sia. Sarà realmente affidabile? penso a questo punto che subito dopo quello ASL andrò direttamente a farne un altro al centro privato accreditato. E se i risultati saranno di nuovo opposti?

Beh penso che in quel caso questo post si allungherà e soprattutto troverà anche altra collocazione oltre questo blog.

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